Io non ho il dono della sintesi.
Non mi appartiene proprio. Scritto in grande, tra i to-do appesi nella grande bacheca del mio cervello, c’è il promemoria “scrivere post più brevi“.
Il dramma è che non ho neppure memoria. Per cui ogni volta che inizio a scrivere un post… mi dimentico che dovrei essere breve e mi perdo tra le mie stesse parole.
Oggi farò un’eccezione e lascerò parlare le immagini al posto mio, ché a loro viene anche meglio. Tra le tantissime foto scattate (e le pochissime che si “salvano” date le mie scarse doti di fotografa) ve ne mostro alcune che riassumono cosa ricorderò del Salone del Bagno 2014.
1. Il mistero svelato di Sign
Le novità che Sign avrebbe portato al Salone de bagno erano top secret (ve ne avevo parlato). Le immagini svelano il mistero 🙂
2. La simpatia di Bird e la scelta di Ridea
Bird è un radiatore. Un radiatore speciale però, perché sa twittare! E a me questa cosa è piaciuta un sacco! Oltre al fatto che è un prodotto Ridea, azienda che fa del riciclo dell’alluminio il suo punto di forza. Bellissimo lo stand che esponeva in modo chiaro tutti i vantaggi e le caratteristiche di questo materiale.
3. La gentilezza allo stand Rexa
Non avevo mai visto dal vivo le collezioni Rexa Design… male! Male perché l’azienda ha una collezione di arredo bagno che incontra tantissimo i miei gusti. Corian© e legno chiaro dominano l’allestimento ma le nuove collezioni Esperanto e Moode (Design Monica Graffeo) aggiungono un tocco di colore tenue ed elegante e nuovi materiali come il coccio pesto. Le superfici sono da toccare, sembrano essere morbide.
4. La chiacchierata con i designer Sandro e Marco davanti ad Amiata
Fa sempre piacere conoscere chi c’è dietro alla forma di una vasca da bagno. Chi ha disegnato, pensato, proposto, innovato. Loro sono Sandro Meneghello e Marco Paolelli (Meneghello Paolelli Associati) e sono i “genitori” della vasca Amiata, della Victoria+Albert. E chiacchierando con loro si riesce a percepire la passione che c’è dietro tutto questo. Un onore conoscerli. E il loro zampino c’è anche dietro Bird di Ridea!
5. Il calore del tadelakt di Lasferza
Niente, questo stand me lo vado a vedere ogni volta, mi piacciono il calore e i colori, la sensazione al tatto del tadelakt e l’atmosfera un po’ etnica che si respira.
6. Il debutto di Scavolini nell’arredo bagno
La tendenza ormai è sempre più netta. Alcune aziende si stanno espandendo dal settore cucina e living al settore bagno. Mi vengono in mente Berloni e Lago Design ad esempio. Scavolini aveva due stand in due padiglioni differenti, probabilmente per dare pari enfasi ad entrambe le collezioni. Ero un po’ scettica – non so perché – ma lo stand mi ha colpita positivamente, in particolare la collezione Ki (Design by Nendo) con il suo contenitore riproposto sia per l’ambiente bagno che per la cucina.
7. I dettagli che fanno la differenza
Spesso negli stand mi piace notare l’allestimento, i dettagli. Possono sembrare accessori di importanza marginale ma per me sono i protagonisti. Se in tutti gli stand togliessimo i complementi… sembrerebbero quasi tutti uguali. Ecco allora che saponi, carta igienica colorata, bottigliette e boccette varie, piantine e candele diventano gli elementi capaci di cambiare l’atmosfera di uno stand.
8. Il ritorno del mobile a terra
Ho notato diverse composizioni di mobili da bagno non più sospese ma a terra. Snobbate per un po’ di tempo pare stiano tornando all’attacco? Non mi dispiace per niente… almeno esteticamente. In fondo i bagni diventano sempre più piccoli, in qualche modo bisognerà pure recuperare lo spazio! [In alto: stand Mobilcrab | In basso: Ki di Scavolini]
9. Le vasche Rapsel… e l’Ofuro!
In collaborazione con Koh-i-noor e Nito, Rapsel ha presentato le sue collezioni in un grandissimo stand ricco di prodotti a volte anche curiosi. Io sono rimasta a bocca aperta davanti a Ofurò (Design Matteo Thun e Antonio Rodriguez) perché conosco la tradizione del bagno giapponese che da un lato mi affascina da un lato mi lascia perplessa.
10. I chilometri a piedi
Sì, ricorderò il dolore ai piedi, gli insulti alle scarpe scelte per correre su e giù per il Salone e la tentazione irresistibile di buttarmi in ogni vasca che incontravo. E come sempre ricorderò il corridoio interminabile che collega i padiglioni di Rho Fiera (vi prego, mettete a disposizione dei monopattini, degli slittini, uno di quei cosi elettrici con il manubrio… dal padiglione 1 al 24 praticamente cambi comune!)
Buongiorno, un press kit e 3 etti di cotto Ferrarini grazie.
Un ultima cosa mi è rimasta impressa: le reazioni e risposte surreali di alcune aziende alla domanda “avete un press kit?“.
Tra le più improbabili:
- “Intende una cartella colori?”
- Le va bene un cataloghino?”
- “Prego?”
Per la serie, vogliamo fare i fighi ed essere presenti all’evento più importante del settore ma non abbiamo nemmeno un profilo sui social e non sappiamo cosa diamine sia un press kit.
3 risposte
Il tadelakt e Lasferza! Ecco cosa avrei dovuto assolutamente vedere al Salone del Bagno! E invece mi sono lasciata prendere da stupidi mobili e complementi che, di certo, non hanno, al tatto, quel calore che sa di antico e di mani che lavorano… Meno male che ci sei tu, Simona, a farmi vedere qualche immagine… Grazie!
P.S. Presto anch’io mi darò da fare con le “10 cose”, utile rimedio alla logorrea 😉
Lo stand Lasferza stimola tatto e vista 🙂 è da vedere sicuramente, ma soprattutto da toccare… 😉
E nel risponderti mi è venuta pure un’idea per un post! Ti adoro 🙂