Da cosa si può intuire il progresso culturale e la civiltà di un paese? Beh, anche dal modo in cui vengono progettati gli spazi pubblici, come le stazioni o i bagni pubblici.

In queste foto siamo in una stazione, quella giapponese di Onagawa, ristrutturata (dopo 4 anni dal terribile terremoto che ha devastato l’area) con l’intendo di diventare luogo di incontro e punto di partenza per la riqualificazione dell’intera zona. Oltre ad essere una stazione, infatti, la struttura ospita bagni pubblici giapponesi e altri servizi utili alla collettività.
Quando l’ho vista ho pensato immediatamente al mio amico Enrico di Bassa Velocità (un blog stupendo interamente dedicato al fascino delle stazioni e dei viaggi in treno). Sono sicura che rimarrà a bocca aperta 😉
 
 
Bagni pubblici giapponesi - la stazione di OnagawaBagni pubblici giapponesi - la stazione di Onagawa
Un’architettura semplice, una struttura moderna nella quale il materiale protagonista è il legno chiaro: negli esterni, negli interni (pareti e arredi), nelle travi del soffitto ad onda.
 
Bagni pubblici giapponesi - la stazione di Onagawa Bagni pubblici giapponesi - la stazione di Onagawa
Il progetto è dello studio di architettura Shigeru Ban, il cui marchio distintivo è l’utilizzo di questa particolare trama di travi piatte in legno che formano un intreccio a forma di arco.
All’interno, i cittadini sono stati invitati a dipingere a mano le piastrelle: il risultato è un murales azzurro sulle pareti interne delle zone umide. Quando si dice collaborazione, condivisione, partecipazione. Oppure fantascienza, fate un po’ voi.
Bagni pubblici giapponesi - la stazione di Onagawa

Source | Design and photos by Shigeru Ban Architects (all credits to)

I bagni giapponesi: on-sen e sen-to

La cosa affascinante è che – come avrete potuto intuire – il bagno pubblico in Giappone non è (solo) la toilette come la intendiamo noi, ma un complesso nel quale le persone possono rilassarsi in vasche con acqua bollente, la cui tradizione affonda le radici nella storia del paese.

Nello specifico, i bagni giapponesi prendono il nome di on-sen se si tratta di bagni termali, e sen-to se si tratta di “normali” bagni pubblici.

Queste strutture sono molto comuni nelle città, ci si entra completamente nudi e in genere sono divisi per donne e uomini (ne esistono anche di promiscui). Prima ci si lava, molto bene, facendo la doccia con una doccetta seduti su uno sgabellino di legno (vi ricordate che vi parlavo dell’Ofuro?). Solo quando si è completamente puliti – dovrei scrivere un post solo sulla cultura giapponese della pulizia e dell’igiene – si può entrare nelle vasche di acqua bollente per rilassarsi e lavare via lo stress.
Pare che i sen-to siano nati in epoche in cui non tutti potevano permettersi il bagno in casa, ma la tradizione è viva tutt’oggi e influenza molto anche il modo in cui vengono arredate le stanze da bagno private. Mentre i nostri bagni si fanno sempre più piccoli, in Giappone il bagno è un ambiente ampio, diviso in due zone: un piccolo stanzino per wc (anzi, washlet) e lavabo, e una zona dedicata alla vasca e alla zona doccia, dove per “doccia” si intende l’intera stanza (spesso con scarico a pavimento).
Ecco un esempio (questo non è privato ma vi dà l’idea):
bagno privato giapponese - private japanese bathroom

Source

Tra i tanti articoli che ho letto per imparare quanto vi ho scritto qui sopra ne ho trovato uno che racconta molto bene quanto vi dicevo > lo trovate qui. Ma la cosa mi affascina così tanto che continuerò a parlarvi di bagni dal Giappone! Anzi, mi sono già venute due idee 😉
to be continued…

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