Era da tempo che volevo inaugurare una rubrica dedicata alle collezioni di arredo bagno made in Italy. Uno spazio pensato per essere di ispirazione e aiuto a chi sta decidendo come arredare la stanza da bagno e cerca idee, consigli, soluzioni.
Ho deciso di farlo oggi, e sono felice di iniziare da una nuova e giovane – giovanissima! – realtà appena conosciuta. Anche se stavolta dovrei dire made in Veneto più che made in Italy, perché la filiera corta scelta da questa azienda vicentina garantisce un prodotto che si può definire praticamente a km 0. Ma come sempre… facciamo un passo indietro. E scusatemi fin d’ora, non sarò brevissima.
Se qualcuno di voi mi ha seguita al Salone, il nome Atelier12 non suonerà nuovo. Quando si sono presentati, inizialmente via mail, mi hanno colpita (e affondata) con la loro immagine forte, con la grafica del sito pulita ed elegante e la scelta provocatoria di usare dei corpi seminudi che quasi rubano la scena al prodotto. Oltre che per la giovane età dei titolari e la “bella presenza” online. Insomma, abituata a vedere sempre gli stessi marchi e gli stessi nomi, ero curiosa. E ho voluto conoscerli al Fuorisalone, dove hanno scelto di debuttare ufficialmente, proprio nell’anno in cui il Salone del Bagno saltava il turno (scelta azzecatissima peraltro).
Atelier 12 | Collezione zero: Abisso
Photo Credits: Alberto Buzzanca
Una collezione pulita, senza fronzoli, materica, costituita da semplici piani sospesi in legno e lavabi in acciaio incassati. Pensili, cassettiere e specchiere a completamento, tutto realizzato a misura da aziende e artigiani veneti.
Lo ammetto, questo post non è stato facile, mi ha messa un po’ in difficoltà. Ho passato molto tempo davanti alla pagina bianca, a guardare il cursore lampeggiare, e ancora adesso non sono convinta del risultato. Troppe idee, tante foto e tanti ricordi dell’incontro e delle sensazioni raccolte. Avrei potuto scrivere 5/6 post diversi l’uno dall’altro. Ad un certo punto mi sono costretta a fare ordine tra le parole che mi si affollavano in mente e ne ho scelte 12.
12 parole per raccontare Atelier 12
12 è un numero ricorrente nella (giovane) storia di questa azienda, nata dall’incontro di due creativi che hanno iniziato a collaborare proprio nel 2012, prima ancora di laurearsi, insieme, un anno dopo: Davide Lanfranco e Francesco Meneghello. Giovani, sì, giovanissimi.
E 12 sono le parole che mi sono appuntata mentre cercavo di riordinare le idee. E di cui mi servirò per raccontarvi questa storia.
1. Legno | Protagonista indiscusso della collezione, nelle sue finiture rustiche abete grigio prima patina, larice e abete seconda patina, noce canaletto, briccola di Venezia, rovere termotrattato.
2. Acciaio | Inox nero opaco, il materiale in cui sono realizzati i lavabi incassati nel top, in versione quadrata e tonda, rispettivamente maschile e femminile. Bellissimi in contrasto con il legno.
3. Cristalplant Biobased® | Il materiale del piano estraibile che permette lo scolo dell’acqua perimetralmente e nasconde lo scarico. La perfezione estetica. Opaco, bianco, eco-sostenibile. Lo sa bene Francesco, che sul Cristalplant ci ha costruito la tesi di laurea.
4. Contrasto | Tra il bianco e il nero, tra il ruvido delle finiture più rustiche e la cromatura brillante dei rubinetti, e tra i 3 materiali accostati per questa collezione, da cui anche Nora di Design Outfit è stata conquistata.
5. Blu | Come la luce delle specchiere, realizzate sempre a misura, e come l’Abisso – nome della collezione e richiamo naturale alla profondità dei lavabi.
6. Artigianalità | Quella vera, quella che ti fa pensare a grosse mani impolverate, ad un tavolone di legno pieno di schegge, ad un grembiule da lavoro e alla ricerca della perfezione.
7. Coraggio | Di chi oggi, in un contesto a volte avvilente, decide di credere ancora nel futuro e lancia un’idea, una provocazione, e di chi la coglie, quell’idea, e decide di darle una possibilità.
8. Tatto | Quello più sollecitato tra i cinque sensi quando vieni a contatto con Abisso, perché la prima cosa che ti viene da fare è toccare, accarezzare, sentire sotto le dita le venature del legno e il punto in cui lascia spazio all’acciaio. E pensi al gesto dell’artigiano che ha dato l’ultima carezza a quel top prima di dire “sì, è pronto”.
9. Pelle | Nuda, quella dei modelli scelti per l’immagine di Atelier12. Per nulla volgare, richiama la naturalezza del contatto fisico con la materia, l’intimità e il rapporto con l’ambiente in cui possiamo sentirci più liberi, la stanza da bagno.
10. Dettagli | Quelli che fanno la differenza: sifone e piletta invisibili, luci nascoste dietro le specchiere – sempre su misura – maniglie importanti in acciaio nero opaco, sempre in versione squadrata o stondata in abbinamento alla forma del lavabo, in netta controtendenza rispetto alla “moda” della maniglia a gola.
11. Etica | Quella che impone la scelta di materie prime italiane, artigiani locali, componenti di qualità eccellente e materiali eco-sostenibili, per realizzare un prodotto finito ottimo e a km zero.
12. Essenza | Quella dei legni accuratamente scelti per Abisso, e quella di “noir cuir”, realizzata da Atelier Fragranze Milano per Atelier12, che ha contribuito a rendere l’atmosfera della serata inaugurale magica (e che mi fa ricordare i giorni milanesi ogni volta che la spruzzo).
Il debutto al Fuorisalone 2015
Mercoledì 15, la sera in cui sono arrivata a Milano per la mia tre-giorni dedicata ai Saloni, Atelier12 ha organizzato il suo private launch nella location suggestiva che li ha ospitati durante la Milano Design Week: la Fondazione Maimeri, in Corso Colombo 15.
Una serata che – non so se consapevolmente o meno – è stato un piacere per tutti e 5 i sensi. La vista, per ovvi motivi legati al design della collezione e per l’installazione al buio “Abisso Experience“, il tatto, per ciò che dicevo più su, il gusto, per le bontà servite al buffet (menzione speciale per il crostino con il lardo), l’udito, grazie all’atmosfera creata dalla musica del quartetto degli Archimisti, e l’olfatto, stimolato dalla fragranza spruzzata nell’aria.
Photo Credits: Ottavio Fantin
È la prima volta che assisto ad un debutto, che vedo nascere una realtà che si presenta al pubblico dopo due anni di studi e ricerca, che parlo con designer così giovani e allo stesso tempo così sicuri e consapevoli. E non posso che fare il tifo per Davide e Francesco, per la qualità e l’artigianalità made in Italy e per le nuove idee, augurando loro di lanciare presto nuove collezioni, ispirare e ispirarsi, contribuendo a raccontare insieme alle aziende di sempre la storia italiana dell’arredo bagno.
Se vi va di approfondire: Atelier12.it