Un tema sensibile e delicato: arredare il bagno nelle comunità o in tutti i casi in cui sia bisogno di renderlo accessibile anche a persone con disabilità. Oggi approfondiamo l’argomento trattato dal terzo capitolo dell’e-book dedicato alla scelta dei sanitari, parlando di design e accessibilità.

[edgtf_dropcaps type=”normal” color=” background_color=”]A[/edgtf_dropcaps]ffrontare il progetto di un bagno destinato anche (o esclusivamente) a persone con disabilità fa sorgere dubbi e perplessità, soprattutto per questioni di mentalità e cultura. Spesso si dà per scontato che la particolare situazione fisica o mentale di una o più persone faccia passare in automatico in secondo piano estetica e bellezza. Non è sempre così, ed è discriminatorio ragionare in questo modo. Nella guida alla scelta dei sanitari l’ho ribadito: arredare un bagno per disabili dovrebbe semplicemente significare prevedere arredi e sanitari accessibili, non creare un luogo asettico e anonimo.

scegliere water e bidet

Scegliere i sanitari: l’ebook

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Nella stesura della guida non potevo non coinvolgere Goman, azienda che vi ho già presentato qui sul blog parlando di bagno a prova di famiglia e di Prime, il primo lavabo da appoggio di design per disabili o, meglio, accessibile a tutti.

Perché è proprio questa la questione: non concepire e produrre arredi pensati “solo per disabili”, sottolineando in questo modo una differenza, ma ideare prodotti di design accessibili a chiunque, in modo da condividere ambienti e bagni senza discriminazioni.

Goman d’altronde si fa portatrice del Design For All e, seguendo questa filosofia, progetta e produce sanitari, accessori e arredi accessibili a tutti.

Sanitari per disabili = sanitari accessibili

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Sanitari di design accessibili: Goman

Cosa si intende per sanitari per disabili, e quali caratteristiche devono avere per legge?

Innanzitutto, ecco le principali norme che accennano al tema:

  1. Legge 13/89 per l’abbattimento delle barriere architettoniche
  2. Dpr 503/96 per gli edifici pubblici.
  3. Circolare ministeriale n. 1669 del 22/06/1989 – Ministero Lavori Pubblici

Ed ecco un riassunto delle principali disposizioni in materia, valide per qualsiasi situazione (privata e non) in cui si debba progettare un bagno per disabili.

COSA DICE LA LEGGE

1. I wc devono essere distanziati dal muro (con una lunghezza di circa 75/80 cm, a differenza dei wc standard che hanno lunghezza 55 cm).

2. La distanza dalla parete laterale deve essere invece di 40 cm, con uno spazio di manovra di minimo 1 metro dall’asse.

3. Il campanello vicino al wc è obbligatorio.

5. L’altezza della seduta deve essere a 45/50 cm dal pavimento, per agevolare il passaggio dalla carrozzina.

6. Di fianco al water devono essere installati due maniglioni per facilitare gli spostamenti, a 80 cm l’uno dall’altro.

In quali luoghi è necessario prevedere dunque sanitari accessibili?

  • Sicuramente nei bagni di ospedali, strutture extra-ospedaliere e case di riposo;
  • Nei bagni di strutture pubbliche, o in quelli di locali pubblici (ristoranti, hotel, bar, ecc…)
  • In abitazioni private in cui vivono persone con disabilità (o anziani).
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Sanitari accessibili di design | GOMAN

Sanitari per bagni di RSA e strutture ospedaliere.

Siamo abituati a concepire il bagno delle strutture ospedaliere o extra-ospedaliere (come le RSA – residenze sanitarie assistenziali) in un certo modo: un ambiente privo di colore e personalità, che non fa altro che aggiungere disagio a chi già vive una situazione difficile, temporanea o definitiva.

RSA: sul sito GOMAN un ulteriore approfondimento

Colore e bellezza però sono in grado di restituire serenità e benessere a tutti, perché non utilizzarli come ulteriore strumento di terapia? Perché non arredare ambienti piacevoli anche in luoghi che piacevoli non sono?

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Design e accessibilità: il bagno firmato GOMAN

Sanitari per locali, ristoranti e strutture pubbliche

Nei luoghi frequentati dal pubblico è necessario prevedere un bagno accessibile, ma la legge non impone la creazione di un luogo separato.

In genere i locali pubblici creano un bagno per gli uomini, uno per le donne e il terzo per disabili (peraltro obbligando questi ultimi a condividere il bagno per entrambi i sessi e ignorando spesso la presenza di bambini, che non vengono aiutati nemmeno con sgabellini per accedere a wc e lavabo).

Sarebbe molto più corretto e sensato prevedere semplicemente 2 bagni accessibili a tutti, divisi per sesso. Anche se, per esempio, c’è perfino che sostiene che anche la divisione per sesso sia ormai superata e discriminatoria. Io sinceramente la trovo ancora valida per questioni di privacy e igiene (ma è un’opinione personalissima). Purtroppo in Italia abbiamo delle serie difficoltà culturali che ci impediscono – inspiegabilmente – di trattare bene “la cosa pubblica”, e conosciamo le condizioni in cui spesso troviamo i bagni fuori di casa. E, devo ammetterlo, anche il bagno delle donne è spesso vergognoso. Ma stiamo divagando!

Come principio generale, diciamo che sarebbe sufficiente progettare bagni accessibili che permettano a tutti un uso comodo e agevole di sanitari, lavabi e altri accessori (asciugamani, saponi…)

E se in casa vive un disabile?

In questo caso, ancora di più, perché magari non si ha lo spazio per creare ambienti separati, nasce l’esigenza di arredare il bagno in modo che sia accessibile a tutta la famiglia: bambini, anziani, disabili, adulti. Senza differenza né discriminazione alcuna.

E in questo Goman è imbattibile: perché oltre ai sanitari produce box doccia, arredamento accessibile e di design perfetto in queste situazioni.

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Il mobile New Age nasconde una comoda seduta (un click qui per scoprirlo)

Insomma, come abbiamo visto, c’è modo e modo di progettare e arredare un bagno accessibile con sanitari per disabili. Facciamo uno sforzo in più, e cerchiamo di non creare discriminazione arredando interni.

Post in collaborazione con Goman

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