Possono i bagni pubblici esprimere il progresso culturale di un paese?
UN TOILET TOUR NEI BAGNI PUBBLICI NEL MONDO PER RIFLETTERE SUL LEGAME CHE ESISTE TRA TOILETTE E CULTURA.
La cultura di un luogo, di un paese, può esprimersi in mille modi. Uno di questi è l’architettura, il design, l’arredamento. Nel mio piccolo, mi sono concentrata sull’arredamento della stanza da bagno, ma non intendo solo di quella privata.
Differenze nel modo di progettare e concepire i bagni pubblici la dicono lunga sul senso civico di un paese e sulla lungimiranza delle amministrazioni pubbliche. Pensiamo alle differenze tra un bagno pubblico italiano e un bagno pubblico giapponese.
Già: il paese con il più sentito rispetto nei confronti della “cosa pubblica” e il più alto senso civico, il Giappone, ha alcuni dei bagni pubblici più innovativi del mondo.
L’abitudine italiana di concepire i servizi pubblici come luoghi sudici e sconvenienti – di maltrattarli perché “non è roba nostra” – è in contraddizione con la convinzione di essere uno dei popoli più puliti del mondo (in fondo il bidet ce l’abbiamo noi, no?). La responsabilità è anche delle amministrazioni locali, che nulla fanno per offrire servizi ben concepiti, strutturati e curati. In fondo è un po’ la storia del cane che si morde la coda.
Eppure il bagno pubblico per il cittadino è una risorsa importante e diventa servizio indispensabile per un viaggiatore, costretto il più delle volte ad utilizzare le toilette di bar e locali pur di non accedere a quelle pubbliche.
Sapete che nelle guide giapponesi sull’Italia viene suggerito di usufruire della toilette delle boutique di lusso a causa delle pessime condizioni dei nostri bagni pubblici? Per dire.
Ne possiamo dedurre che anche il modo in cui viene progettato e arredato un bagno pubblico è sintomatico dell’attenzione di una cultura verso il prossimo (un cittadino o un turista che viene in visita nel nostro Paese).
Bagni pubblici nel mondo
Per fortuna alcuni designer hanno voluto credere in una diversa concezione del bagno pubblico, provando a proporre dei servizi esteticamente (più che) gradevoli, ben inseriti nel contesto urbano e fruibili da parte dei visitatori.
Il bagno pubblico in fondo è un luogo che “ospita” chiunque, persone di qualsiasi estrazione sociale. Attira un bacino di utenza enorme ed eterogeneo, dunque perché non sfruttarlo come luogo per diffondere un prodotto, una cultura, un’idea?
Voglio mostrarvi cosa è stato fatto in giro per il mondo.
Malta – Arte contemporanea al bagno pubblico
Nella capitale maltese Valletta, per risolvere il problema delle toilette pubbliche ormai datate ed in pessime condizioni, l’amministrazione locale ha affidato l’incarico ad uno studio di architetti nel 2009, il quale ha avuto l’idea di sfruttare gli ambienti come sedi (i bagni sono più di uno) per l’esposizione di arte contemporanea.
Inizialmente titubanti, gli amministratori locali hanno acconsentito, ed oggi sono assolutamente soddisfatti, così come gli artisti coinvolti. I bagni pubblici diventano luogo per attirare chi generalmente non frequenta musei o esposizioni, dunque contribuiscono alla diffusione di cultura e arte. Di fondo è un’idea semplice.
(In foto: il rinnovo delle toilette in una ex zona a luci rosse della città)
Hiroshima: i servizi ispirati alla cultura dell’Origami
In Giappone è stato realizzato un sistema di bagni pubblici moderni ed efficienti, coniugando estetica e fruibilità. Ispirati dalla cultura dell’origami, ad Hiroshima sono stati installati 17 bagni pubblici (restrooms) in differenti colori, tutti in cemento, con tanti forellini che servono da finestre. Perfettamente integrati nel contesto, hanno la superficie esterna repellente allo sporco, in modo che sia di facile manutenzione.
Le strutture hanno un tetto triangolare che punta verso nord, in modo tale che tutte abbiano la stessa identica esposizione al sole. Anche in questo caso, uno studio di architettura ha raccolto la sfida, e il risultato è quello che potete vedere. E sono bagni pubblici di parchi, quelli dove vanno le mamme con i bimbi, non bagni di chissà quali strutture-importanti-per-cui-bisogna-fare-bella-figura.
Attenzione al cittadino, servizio efficiente, collaborazione tra enti pubblici e aziende private =insegnamento per le generazioni future.
Lisbona – The sexiest wc on heart!
Portogallo, Lisbona: the sexiest wc on heart by Renova (source)
Nella capitale portoghese, in Praça do Comércio, l’amministrazione pubblica doveva realizzare i bagni pubblici cittadini ma non aveva sufficienti fondi a disposizione. L’azienda Renova, leader portoghese nella produzione di carta igienica, è intervenuta realizzando “the sexiest wc on hearth”: una toilette colorata, arredata con gusto, sostenibile e unica al mondo.
All’ingresso si può scegliere il colore della carta igienica, e alla fine ci si lava le mani in un enorme lavabo centrale giallo acceso. L’intuizione? L’azienda, oltre a farsi pubblicità, vende all’interno anche altri suoi prodotti. Un catalogo a disposizione di migliaia di potenziali clienti che testano nella stessa sede gli articoli.
L’uso della toilette ha un costo: ben 50 centesimi. Molto meno di un bagno pubblico (sporco e anonimo) di Venezia.
Nuova Zelanda: Kumutoto Precinct
Nuova Zelanda, Wellington – Bagni pubblici sul lungomare – Design by Studio Pacific
Nella Synergy Plaza del Kumutoto Precinct di Wellington (Nuova Zelanda) è stato realizzato un progetto unico al mondo: lo studio Pacific Architecture ha infatti creato una struttura in acciaio e cemento la cui forma richiama i tentacoli delle creature marine.
Scopo del progetto, portato a termine nel 2011, era quello di creare una struttura che si integrasse perfettamente con l’ambiente circostante (le toilette si trovano sul lungomare della città), unica e ben visible da ogni punto della città. Neanche a dirlo, il progetto ha vinto nel 2012 il premio NZIA Wellington Architecture Awards.
Norvegia: un bagno pubblico al Circolo Polare Artico
Norvegia, bagno pubblico sulla strada statale isole Lofoten – Design by Manthey Kula Architects
In Norvegia esistono 18 strade spettacolari (le National Tourist Routes) che collegano le maggiori attrazioni turistiche permettendo di attraversare in auto fiordi, montagne e villaggi unici al mondo. Una di queste, la Strada Turistica delle Isole Lofoten, si trova al di sopra del Circolo Polare Artico, corre nel mezzo di una stretta piana compresa tra il mare e le montagne ed è sferzata costantemente da forti raffiche di vento. Talmente forti che il vecchio bagno pubblico… è volato via.
Il progetto dell’attuale, il Roadside Reststop Akkarvikodden, è stato affidato ancora una volta ad un architetto. La particolarità della struttura è l’assenza di finestre alle pareti. L’intento del progettista è quello di concedere una pausa agli occhi dei viaggiatori, per far vivere loro un’esperienza sensoriale completamente diversa da quella che vivono al di fuori. Solo nel servizio più piccolo i viaggiatori possono alzare lo sguardo verso il soffitto e ammirare la linea del’orizzonte riflessa nella lastra di vetro a specchio.
… e in Italia?
Questi sono solo alcuni esempi di come si possa sfruttare la realizzazione di un bagno pubblico per creare ricchezza (intesa come cultura) e di come lo si possa fare bene, insegnando anche qualcosa ai cittadini o ai viaggiatori.
Spero che qualcuno di voi mi scriva nei commenti che in Italia esiste qualcosa di simile.
Ditemi che la mia lunga ricerca è stata inutile, che in Italia abbiamo validi esempi e che non dobbiamo sempre imparare dai paesi stranieri.
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elisabetta @italianbark
Bellissima questa raccolta!! Purtroppo non mi viene in mente niente di simile in Italia…che amarezza!!
Simona
🙁 Peccato.
Dai, qualcuno prima o poi arriverà a darci questa bella notizia!! #maancheno
Manuela
puoi immaginare quanto amo questo post!
I miei preferiti sono i bagni ispirati alla cultura dell’origami!
Mi piace girare per il mondo alla scoperta di queste chicche…. che da noi non abbiamo.
Ahimè non posso scriverti nei commenti che in Italia abbiamo qualcosa di simile. Magari!
Simona
A me piacerebbe vedere dal vivo un progetto del genere. E mi dispiace che non siamo noi italiani quelli all’avanguardia in queste cose. Per non parlare del poco rispetto che abbiamo per qualsiasi cosa non sia “nostro”.
Un po’ di tristezza c’è… comunque ne farò altre di raccolte del genere 🙂
Francesca
A me piacerebbe creare qualcosa di simile , in linea privata , cioè dei bagni che abbiano on sè anche qualcosa che parli dell Italia .
Secondo voi si possono aprire ? O possono essere aperti solo da enti pubblici ?
Simona
Intendi un servizio di toilette gestito da privati? Non credo ci siano particolari divieti, anzi, è che probabilmente non lo fanno perché non sarà un’attività molto remunerativa – oltre al fatto che culturalmente non siamo abituati a pagare per un servizio che di solito è gratuito. Forse se la toilette fosse un servizio accessorio a qualcos’altro funzionerebbe di più!
Barbara Cortili
Che post interessante! Non pensavo che lo avrei mai detto di un bagno pubblico ma quelle toilette di Hiroshima sono davvero adorabili! Mi spaventano un poco quelle della Nuova Zelanda invece.
Simona
Vedi? Allora ho fatto bene ad affrontare l’argomento. Il bagno pubblico è un qualcosa che da noi ha solo un’accezione negativa. E invece… (a me invece fa paura quello norvegese!!)
Eleonora
–Ma perchè siete tutti fissati coi bagni di Hiroshima XD ? Io li trovo completamente scollegati dal contesto (anche se l’idea degli origami è geniale, visto il luogo)… Guardate come stonano nelle foto con l’ambiente circostante! E poi avete fatto caso che– Non ci sono porte? Esigo un momento di silenzio su questa constatazione.
Anche a me quelli della Nuova Zelanda inquietano XDD Più che altro perchè l’idea di fare i miei bisogni “nel punto più visibile della città” urta un pò il mio senso della privacy XD
–Anche quello norvegese sembra più il set di un film dell’orrore che un bagno, LOL–
Il mio preferito è quello di Malta!! Un ambientino sofisticato, pulito e confortevole *_*
Simona
Sto rispettando il momento di silenzio.
X-P
Eleonora
–Secondo me i giappi li usano solo per lavarsi le mani XD Per i bisogni si servono del più vicino centro commerciale, ahah x’D
Simona
cattivella ;-p
tenjin
Ciao, sono frequentemente in Giappone ormai da diversi anni e confermo che i bagni pubblici sono nel 99% dei casi pulitissimi, anche nei parchi pubblici, sempre gratuiti e facilmente fruibili in qualunque metropolitana, stazione ferroviaria, centro commerciale, supermercato o “conbini”. Alcuni bagni sono veramente eleganti e ben progettati, non manca mai l’appendiabiti e in alcuni casi anche l’appendi ombrelli, oltre al tipico “washlet”. Esiste anche un museo apposito(TOTO, non so se mi spiego). Putroppo quando sono in Italia pare essere nel terzo mondo da questo punto di vista.
Simona
Già, da noi alcuni sono proprio inavvicinabili. Basterebbe un minimo di rispetto ed educazione.
Eleonora
Veramente interessante questo post (come al solito), mi piace davvero l’idea di coniugare il bagno pubblico all’ambiente che lo circonda, e alcuni dei design sono davvero interessanti e suggestivi (ALTRI DECISAMENTE NO, ma comunque apprezziamo il pensiero XD)!!
Che bello sarebbe avere dei bei cessi in Italia ;_; Ma credo che più che lamentarsi della scarsità di idee in proposito, bisognerebbe lamentarsi degli italiani (una cosa nuova, LOL) >_> La tendenza “Non è mio quindi lo sporco/distruggo/me ne frego” è un pensiero nocivo e tipico, sfortunatamente più radicato nelle abitudini nostrane di quanto si pensi (e applicabile non solo ai bagni, ma anche a mezzi di trasporto e addirittura anche monumenti)!
–Eppure abbiamo tanta bellezza intorno a noi e menti così creative geneticamente T_T; !!
Forse siamo solamente dei mocciosi viziati.
Simona
Purtroppo penso proprio sia una questione culturale. Come dici tu per noi italiani “se non è mio chi se ne frega”. Vale per i bagni pubblici ma per tutte le altre cose che non ci toccano da vicino…
Eleonora
Già, che brutta cosa T_T;
Avessi una bacchetta magica cambierei solo questo del popolo italiano– Tutto il resto a guardar bene ne è solo una conseguenza =_=
Edo
Ho letto con molto interesse questo vero e proprio servizio giornalistico perchè ho ideato un innovativo dispositivo per i bagni pubblici in corso di prossima realizzazione e per il quale ho riscontrato grande interesse nelle donne che sono più sensibili al problema irrisolto dei bagni pubblici. Più che al progresso culturale io mi sono ispirato al progresso civico. di un Paese a alla cultura all’accoglienza E’ vero, l’arte e il design nell’arredo bagno sono importanti, ma ciò non è sinonimo d’igiene; il rischio di contrarre virus dannosi lasciati da persone infette è sempre presente. Facendo numerosi studi e interviste (quasi tutte donne le intervistate) è emerso che le reali esigenze sentite durante l’utilizzo dei bagni pubblici sono due nel seguente ordine d’importanza:
1) il comfort (ovvero stare seduti comodamente sull’asse del water);
2) la sicurezza (cioè evitare di toccare parti del water utilizzate da altre persone.
Su queste due necessità ho creato il mio dispositivo brevettato denominato “TAB 3H” e per il quale sono in attesa che la Commissione Europea lo classifichi quale progetto d’innovazione sociale europea.
Tra non molto ne sentirete parlare e sono sicuro che piacerà tantissimo soprattutto perchè è un prodotto ideato per le donne e i bambini.
Un caro saluto e ancora complimenti per l’idea giornalistica.
Edo
Simona
Buongiorno Edo, e grazie per il commento!
A me interessa molto la tua idea, sono curiosa. Se ti va, manda una mail e raccontamelo (magari con qualche schizzo/immagine).
Potrebbe essere interessante!
paolo walter
Ho scoperto questo blog per caso e voglio fare i complimenti a Simona per la sensibilità. Sono un architetto impegnato da anni nel campo dell’arredamento (privato), nel restauro dei monumenti (pubblico), oltre ad essere un consulente scientifico per FIABA, (Fondazione Italiana Abbattimento Barriere Architetoniche). Siccome le amministrazioni non ci pensano, stiamo per aprire dei bagni pubblici a Roma per risolvere questo annoso problema, affinché chiunque possa accedere ai servizi igienici in sicurezza, senza difficoltà, nella cura e nell’igiene, a prescindere che si tratti di un disabile in carrozzina, di una mamma che deve cambiare il pannolino al bambino, di un anziano, di un obeso, ecc. Tutte persone che altrimenti non riuscirebbero a risolvere questo problema se non in pochi bagni di bar e ristoranti accessibili e attrezzati. Ritengo che si tratti di una conquista di civiltà e un dovere nei confronti dei tanti italiani e stranieri che vengono a visitare la più straordinaria città del mondo. Qui la società ha fatto passi da gigante, purtroppo l’abbiamo dimenticato … dobbiamo recuperare la civiltà! Paolo Walter
Simona
Ciao Paolo, grazie per il commento. Effettivamente le condizioni delle nostre toilette pubbliche la dice lunga sul nostro livello di civiltà… certo, invece di lamentarci possiamo fare qualcosa per cambiare il futuro, esattamente come state facendo voi vedo. Bravi!
Roberto Maglione
Ciao Simona ho trovato il tuo blog (molto bello) durante la ricerca di informazioni sul tema del bagno ad uso pubblico.Perche’ sono interessato a questo tema?Semplice! un idea che ho da tanti anni …aprire un bagno pubblico privato.Sto iniziando a realizzare un progetto di possibile attuazione, con idee di sponsorizzazioni dii aziende commerciali e nn solo.Ti manterrò informata .Se hai informazioni di qualsiasi tipo al riguardo e se ti va’.giramele Ciao e grazie.Roberto Maglione
Simona
Ciao Roberto! Non ho ben capito cosa intendi, suppongo un bagno aperto al pubblico gestito da privato, giusto? Curiosa l’idea. Non ho informazioni in merito, ma tienimi aggiornata sul progetto 😉 In bocca al lupo!
laura
Interessante post che tocca un tema piuttosto importante: il bagno pubblico come strumento di innovazione per la città.
la nostra azienda opera ormai da 30 anni in questo campo e, purtroppo, abbiamo constatato negli anni che le amministrazioni italiane sono spesso indietro rispetto a quelle europee.
Tuttavia, negli ultimi anni, notiamo una maggiore attenzione al tema: infatti in città come Roma, Firenze, Milano, sono stati installati bagni autopulenti, in linea con le maggiori città europee.
Se ti va di farti un giro sul nostro sito, sei la benvenuta.
http://www.ptmatic.it
Simona
Interessante!!
massimiliano
ciao, complimenti per aver toccato questo argomento tanti anni fa!
se ti fa piacere 2 spunti: guarda come fanno le toilette quelli di 2theloo, io li vidi ad Amsterdam ma ce ne sono tantissimi in Europa. il concetto è un pò quello che hai detto tu di far bagni dove si espone altro, si vendono altri servizi, dove la cultura dell’estetica contrasta col principio “è un posto sudicio quindi contribuisco pure io a insudiciarlo”.
per quanto riguarda l’Italia, posso portarti l’esperienza fatta personalmente per motivi lavorativi: a San Gimignano c’è un bagno pubblico ricavato in un palazzo storico, dentro è bellissimo e tutto sembra tranne che un posto sudicio 🙂 qui trovi il link all’articolo dove si parla dei bagni di San Gimignano 🙂
https://www.lavoripubblici.net/san-gimignano-soluzioni-skidata-bagni-pubblici-servizio-del-turista/
ciao!
max
Simona
Ciao Massimiliano!! Grazie mille, che bello, non conoscevo questo progetto! Vedo in ritardo il commento come vedi ?