“Ciao, sono Enrico e sono un blogger di treni” disse lui.
Oddio, che succede! pensò lei.
“Ho una domanda da farti”, proseguì, con quell’aria seria da vecchio orso stizzoso, così naturale verso chi conosceva poco.
Lei trattenne il fiato, perchè basta poco per spaventare le #lincitimide.
Frugò nella giacca, assorto, e tirò fuori un rubinetto
“Anticamente si regalava pane come segno di augurio e prosperità” esordì, didascalico come al solito. “Ho pensato questo potesse essere più in linea con la tua nicchia.”
Lei gli sorrise, perchè basta poco tra #blogghistianonimi per capirsi.
“Andava bene anche una foto dove si capisce chi sei.” motteggiò, valutando con occhio esperto il rubinetto.
“#PersonalBranding“ sibilò, tutto attaccato e con cancelletto iniziale.
“Allora io dovrei essere in una vasca da bagno. Ed invece siamo al buffet di una stazione” osservò.
“Mail mia, location mia” ridacchiò, tirando fuori una carica per telefono e offrendole un po’ di energia.
Lei ne approfittò, come la Bergman si faceva offrire il fuoco da Bogart in Casablanca.
“Ho una casa – esordì – Non è mia, ma ci andrò ad abitare presto. O così voglio sperare.”
Lei si mise comoda sulla poltrona, ed accarezzò il candido piatto doccia che faceva morbide fuse accoccolato sulle sue ginocchia.
“In questa casa ci sarà anche un bagno.”
“Altrimenti non avrebbe l’abitabilità” commentò, pratica.
“Non faccio la professione dell’architetto per sfuggire a queste noie burocratiche.” sospirò lui vago, sperando passasse un cameriere.
“Sei archittetto?” domandò: le #lincitimide sono anche #lincicuriose.
“Circa. Sono un uomo, avrò un bagno tutto mio. E ci terrò dentro 4 cose. Non mi serve molto.”
Lei sapeva bene il senso di tristezza che sconfina nello squallore di un bagno senza il tocco di una donna: spazzolino, roba da barba e quattro medicine.
“Probabilmente comprerò solo un mobiletto, di quelli che hanno specchio, lavabo, antine sopra e sotto.”
Lei pensò che anche col poco si può rendere un bagno bello, ma aspettò a dirlo.
“E darò una mano di tinta alle pareti. Volevo un tuo parere.”
Il piatto doccia con un balzo agile scese dalle sue gambe ed andò a giocare, vicino ai binari, con una pedana di legno per sauna giapponese.
“Sulla tinta?”
“No. Su tutto. Ma è piccolo e non so come fotografarlo perchè tu possa capire com’è fatto.”
Architetti, sempre ricchi di senso pratico. Ma lei non gli disse neppure questo.
Allungò le gambe, urtando involontariamente una piccola vasca da bagno che piluccava le briciole sotto il tavolo.
“Non avevi detto mail tua, location tua?”
“Volevo farti essere un po’ più a tuo agio – sorrise lui, sistemandosi gli occhiali neri – dal momento che vengo a chiederti un parere professionale.”
Lei sorrise, professionale quanto più possibile, scosse con leggerezza i capelli neri come avrebbe fatto una diva di Hollywood ed accavallò le gambe. In tempo per fare lo sgambetto al cameriere che finì lungo e disteso sul pavimento.
Per lo spavento la piccola vasca si bagnò tutta.
Le #lincitimide quando arrossiscono assumono una bella sfumatura cremisi, pensò lui.
Oddio, che succede! pensò lei.
“Ho una domanda da farti”, proseguì, con quell’aria seria da vecchio orso stizzoso, così naturale verso chi conosceva poco.
Lei trattenne il fiato, perchè basta poco per spaventare le #lincitimide.
Frugò nella giacca, assorto, e tirò fuori un rubinetto
“Anticamente si regalava pane come segno di augurio e prosperità” esordì, didascalico come al solito. “Ho pensato questo potesse essere più in linea con la tua nicchia.”
Lei gli sorrise, perchè basta poco tra #blogghistianonimi per capirsi.
“Andava bene anche una foto dove si capisce chi sei.” motteggiò, valutando con occhio esperto il rubinetto.
“#PersonalBranding“ sibilò, tutto attaccato e con cancelletto iniziale.
“Allora io dovrei essere in una vasca da bagno. Ed invece siamo al buffet di una stazione” osservò.
“Mail mia, location mia” ridacchiò, tirando fuori una carica per telefono e offrendole un po’ di energia.
Lei ne approfittò, come la Bergman si faceva offrire il fuoco da Bogart in Casablanca.
“Ho una casa – esordì – Non è mia, ma ci andrò ad abitare presto. O così voglio sperare.”
Lei si mise comoda sulla poltrona, ed accarezzò il candido piatto doccia che faceva morbide fuse accoccolato sulle sue ginocchia.
“In questa casa ci sarà anche un bagno.”
“Altrimenti non avrebbe l’abitabilità” commentò, pratica.
“Non faccio la professione dell’architetto per sfuggire a queste noie burocratiche.” sospirò lui vago, sperando passasse un cameriere.
“Sei archittetto?” domandò: le #lincitimide sono anche #lincicuriose.
“Circa. Sono un uomo, avrò un bagno tutto mio. E ci terrò dentro 4 cose. Non mi serve molto.”
Lei sapeva bene il senso di tristezza che sconfina nello squallore di un bagno senza il tocco di una donna: spazzolino, roba da barba e quattro medicine.
“Probabilmente comprerò solo un mobiletto, di quelli che hanno specchio, lavabo, antine sopra e sotto.”
Lei pensò che anche col poco si può rendere un bagno bello, ma aspettò a dirlo.
“E darò una mano di tinta alle pareti. Volevo un tuo parere.”
Il piatto doccia con un balzo agile scese dalle sue gambe ed andò a giocare, vicino ai binari, con una pedana di legno per sauna giapponese.
“Sulla tinta?”
“No. Su tutto. Ma è piccolo e non so come fotografarlo perchè tu possa capire com’è fatto.”
Architetti, sempre ricchi di senso pratico. Ma lei non gli disse neppure questo.
Allungò le gambe, urtando involontariamente una piccola vasca da bagno che piluccava le briciole sotto il tavolo.
“Non avevi detto mail tua, location tua?”
“Volevo farti essere un po’ più a tuo agio – sorrise lui, sistemandosi gli occhiali neri – dal momento che vengo a chiederti un parere professionale.”
Lei sorrise, professionale quanto più possibile, scosse con leggerezza i capelli neri come avrebbe fatto una diva di Hollywood ed accavallò le gambe. In tempo per fare lo sgambetto al cameriere che finì lungo e disteso sul pavimento.
Per lo spavento la piccola vasca si bagnò tutta.
Le #lincitimide quando arrossiscono assumono una bella sfumatura cremisi, pensò lui.
Si alzò con fare garbato, lasciò un paio di link nofollow di mancia e porgendole la mano le disse: “Ti ho mai raccontato di quando ho investito una blogger in un blogtour e l’ho mandata al pronto soccorso?”
Questa potrebbe essere l’inizio di una bella amicizia, pensò lei, senza accorgersi che tutte queste citazioni di Casablanca avevano una sola spiegazione: mail di lui, film che piacciono a lui.
Uscirono e si guardarono indietro.
Chissà com’era il bagno del buffet, pensò lei.
Chissà se c’è ancora la sala d’attesa, pensò lui.
Non si smette mai di essere #blogghistianonimi.
Questa potrebbe essere l’inizio di una bella amicizia, pensò lei, senza accorgersi che tutte queste citazioni di Casablanca avevano una sola spiegazione: mail di lui, film che piacciono a lui.
Uscirono e si guardarono indietro.
Chissà com’era il bagno del buffet, pensò lei.
Chissà se c’è ancora la sala d’attesa, pensò lui.
Non si smette mai di essere #blogghistianonimi.
.
♦♦♦♦♦♦
.
Se siete arrivati fin qui vi starete chiedendo se il caldo mi ha definitivamente dato alla testa. E invece 😀
Invece questa è la richiesta di consulenza (com’è brutta messa così!) più poetica che io abbia mai ricevuto! Ed è di Enrico, blogger di Bassa Velocità, un blog interamente dedicato a treni e stazioni, e alla vita da pendolare. Un blog che ho sempre sentito “amico” per il fatto di aver fatto una scelta coraggiosa e singolare, quella di trattare un argomento solo e molto specifico. Come Bagnidalmondo.
Enrico non si è mai mostrato in volto, e spesso lo prendiamo in giro per questa cosa 🙂
#Blogghistianonimi e #lincitimide… troppo lungo da spiegare ma tutto è nato dalle chiacchiere seguite a questo mio post di qualche settimane fa.
Che dite, glielo confesso che non ho mai visto Casablanca?
8 risposte
Ok, alla convention dei #blogghistianonimi ci guardiano Casablanca!
Accordato!
No, vabbeh. Questo post è bellissimo!
Hai visto che roba???
uno dei post più magici ed emozionanti che io abbia letto! Grazie, Enrico e Simona 🙂
Pensa che me lo sono ritrovata in posta senza sapere niente.
Ho iniziato a leggere e mi sono ritrovata in un’altra dimensione 🙂
Enrico ha un talento secondo me! E poi personificare gli elementi del bagno, immaginare la situazione… l’ho riletto un sacco di volte!!
Semplicemente fantastico! <3
Lo penso anche io 😉