Dopo gli ultimi due anni di riflessioni e impressioni poco felici, l’atmosfera respirata quest’anno in fiera è stata positiva. Inaspettatamente positiva.
Sarà che ho potuto viverla in modo diverso perché direttamente coinvolta, sarà che ho potuto trattenermi due giorni e quindi ho dedicato più tempo alla visita… fatto sta che questo Cersaie per me ha lasciato un segno. Il segno +.
Come anticipato nei post precedenti, ero presente mercoledì 30 per il tour al Cer-Stile e il giovedì 1 ottobre per la visita ai padiglioni che mi ero prefissata di vedere. Del Cer-Stile avrò modo di raccontarvi tra qualche giorno, oggi vorrei solo buttar giù qualche pensiero che ho appuntato sull’esperienza di quest’anno. Le foto raccolte sono tante, 347 ne ho contate (!) e pian piano le dividerò in post specifici. Una prima carrellata l’ho selezionata su Steller, e potete vederla cliccando direttamente qui sotto:
Chi abbandona, chi resiste, chi fa gruppo.
L’impressione di un Cersaie leggermente diverso e più ottimista (se vogliamo guardare ai numeri siamo ad un +8% di presenze registrate al mercoledì – fonti ufficiali) non è stata solo mia ma era condivisa anche dalle persone che ho incontrato (rappresentanti, aziende, staff della fiera). Certo, siamo lontani dalla fiera di 10 anni fa ma a questo punto mi pare inutile, oltre che controproducente, star qui a dire le solite banalità e piangere il morto. I tempi sono cambiati, facciamocene una ragione.
Tanti i grandi assenti, ma alla fine chi vuole esserci c’è, trova sempre il modo per farlo. Un esempio che io trovo bellissimo è quello di condividere lo spazio espositivo con altre aziende. Gli stand collettivi risultano sempre i più interessanti e originali, soprattutto se riescono a realizzare un’esposizione a tema. Eccone uno che mi è piaciuto moltissimo:
Non sarebbe una cattiva idea quella di raggruppare più aziende all’interno di mega stand collettivi pensati attorno ad un tema, un concept, una visione comune. Permetterebbe ai vari brand di condividere le spese, di creare allestimenti d’impatto e ambientare meglio i singoli prodotti. In fondo non tutti i prodotti vanno sempre esposti. Unendo marchi di rubinetteria – mobili da bagno – sanitari- accessori – rivestimenti – ecc… si potrebbero creare degli allestimenti molto carini in grado di attirare più pubblico (magari un bel bar al centro che – si sa – attira). Piuttosto di un mini-stand solitario e poco accattivante tanto per esserci… va beh, divagavo.
I (soliti) trend
In merito alle tendenze che si potevano individuare visitando il Cersaie 2015 ho in programma diversi post specifici.
Continua la mania delle piastrelle che imitano qualsiasi cosa – dal tessuto alla carta da parati, dal legno al marmo – a dimostrazione di quanto la ceramica sia un materiale eclettico e versatile (è pur sempre il protagonista di questa manifestazione internazionale). Bellissime in particolare quelle in grandi formati, in grado di creare effetti scenografici straordinari. Sempre più prestanti anche i materiali alternativi come carte da parati e rivestimenti in fibra di vetro che si possono posare anche in ambienti umidi come il bagno.
Si arricchiscono le collezioni di piatti doccia colorati e su misura (diverse le proposte delle aziende, poi le vedremo) e tornano di moda, se non si era ancora capito, i sanitari colorati – anche se siamo ben lontani dai sanitari color champagne dei bagni della nonna!
Insomma, in sostanza, nessuna novità di rilievo. Il che per me non è da leggere con vena polemica, non credo che sia pensabile che ogni anno si reinventi la stanza da bagno! Un ambiente che ci ha messo secoli ad evolversi non può rinnovarsi di anno in anno. Ogni azienda nel suo piccolo propone di volta in volta le sue novità ed è bello – sempre – ascoltarla e vedere con quanta passione e sforzo cerchi di aggiornarsi e arricchire la sua gamma di prodotti.
Potessi, urlerei alle aziende di non abbandonare il Cersaie, di non mollare, di trovare altre strade per esserci (gli stand collettivi, per esempio), di non pensare che altrove (leggi: Milano) si trovi chissà quale risultato migliore. Andando ad indagare si scopre infatti che a Bologna si riesce ancora a vendere perché il pubblico presente è più tecnico e interessato. Sì, figo esporre a Milano, gli architetti faighi con gli occhiali glamour e il calzino fashion… ma stringi stringi chissà se poi conviene davvero lasciare quella che era e resta l’unica grande fiera di settore.
Però….
Però vi prego, non si può perdersi ogni volta tra un padiglione e l’altro, per cercare un bagno o un ristorante. Mezz’ora per trovare un ristorante insieme ad altre due persone (insomma, non sono io scema). Indicazioni fuorvianti, frecce che indicano punti ristoro inesistenti (ok, diciamolo, mi riferisco al Ristorante Europa, che nessuno sapeva indicarci). Per non parlare del telepass fuori uso al parcheggio Michelino (in cui vado SOLO perché mi rompo di pagare alla cassa con le monetine) e delle casse – metà fuori uso – con le indicazioni sbagliate per inserire la carta di credito.
E i soliti tipi loschi con il gioco delle tre carte. Non se ne può più, possibile che il personale del Cersaie non possa buttarli fuori a calci? Mi dà così tanto l’impressione del poco serio.
In conclusione
E fatevelo un giretto al Cersaie, vi assicuro che ne vale sempre la pena 😉
Seguiranno post in cui parlerò meno, promesso, e vi mostrerò di più.
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Ps. La foto di copertina l’ho scattata nello stand di Ceramica Sant’Agostino, uno dei più belli che ho visitato. Quella scimmietta mi stava troppo simpatica, mi assomiglia 😀