Il rubinetto.
Attraverso di esso scorre l’acqua, elemento vitale senza il quale verrebbe meno il senso di una stanza interamente dedicata all’igiene personale, nata per rispondere alla necessità di lavarsi o curarsi ed evoluta sino a diventare luogo privato del benessere.
Fin dall’antichità la posizione dei corsi d’acqua ha vincolato l’uomo, la sua vita e i suoi spostamenti, e l’invenzione della rubinetteria gli ha finalmente permesso di avere in casa qualcosa che prima era costretto a cercare all’aperto. Ma è con l’inizio del Novecento, periodo in cui l’acqua calda compare nelle prime stanze da bagno della storia, che la rubinetteria assume un ruolo centrale nella progettazione del bagno. Attorno ad essa (intesa anche come insieme di sistemi e tubature che consentono l’approvvigionamento dell’acqua) si sviluppa l’intero progetto d’arredo.
Dall’idea al prodotto finale: Wolo di Webert
Sono partita dalla storia del bagno ma in realtà voglio raccontarvi la storia di un rubinetto, anzi, di un’idea… un modello a caso. Per condurvi attraverso il percorso che vede un pensiero diventare un prodotto; un prodotto fondamentale per ciò che noi oggi chiamiamo vita di tutti i giorni.
“Lui” si chiama Wolo, ed è un rubinetto della Webert (che ringrazio per essersi prestata). La sua storia ve la racconterà in prima persona. L’idea era quella di dare vita ad un oggetto attraverso il quale la vita stessa scorre, sotto forma di acqua.
Eccomi, sono un’idea.
Sono ancora nella mente di Massimiliano Settimelli… sto prendendo forma. Sono solo una bozza, ma credo di essere un’idea nuova, originale. Gli hanno chiesto di creare un rubinetto dalla forma innovativa e insolita. Massimiliano è giovane, ma ha già le idee chiare su come sarò. Architetto e designer, crede nella filosofia di Mies van der Rohe: “Io voglio vivere con i piedi ben piantati per terra e la mia mente sempre tra le stelle“. Gli piace creare prodotti che oltre a funzionare sappiano anche parlare. E io ho già una bella parlantina.
Sono orgoglioso di essere nato qui, in un’azienda che sforna idee e creatività dal 1975. Qui dentro ci mettono passione in ogni cosa, credono nell’innovazione, nella qualità e nel rigore. Lavorano ogni giorno per creare rubinetti moderni, funzionali ed eleganti. Ci crede tanto Emanuele, che prosegue con dedizione il percorso iniziato da papà Carlo Zanetta quasi 40 anni fa.
Non li deluderò.
Eccomi, sono un disegno.
Ora sono uno schizzo, un’idea costruita a matita e fatta di carta. Ho tratti decisi, ombre che delineano la mia forma.
Avete presente un aliante? Massimiliano mi ha disegnato così, con ali esili e slanciate che si librano nell’aria. La mia bocca di erogazione è sottilissima – 1 cm appena – e protesa in avanti, fiera come lo sguardo di un’aquila. Ancora non so quanto peserò o di che colore sarò, ma so che la mia leva miscelatrice, così esile, avrà un movimento morbido e leggero. Perfetto e naturale come un battito d’ali.
Sulla carta leggo gli appunti che hanno ispirato la mia forma: aerodinamicità, leggerezza, armonia. Essenzialità ed eleganza. Tra tanti schizzi e idee abbozzate l’ufficio tecnico ha scelto proprio me. Ora dicono che possono trasformarmi in prototipo.
Mi piaccio, non vedo l’ora di prendere vita.
Eccomi, sono un prototipo
Non mi sembra vero… mi guardo sulla carta e mi riguardo, ora sono diventato “reale”.
Hanno usato un macchinario nuovissimo, lo chiamano centro di lavoro a 5 assi. Più che una macchina mi sembra uno scultore, vederla al lavoro è talmente emozionante! Ha un cervello pensante (il computer a cui è collegata) e un braccio dotato di fresa capace di trasformare un blocco d’ottone in un rubinetto. Ci pensate? Fino a poco fa ero un pezzo d’ottone senza forma! Grazie a questa macchina mi hanno analizzato in tutti i dettagli, nelle curve, negli spigoli e nelle proporzioni… in effetti mi sentivo un po’ osservato.
Ora dovrei essere pronto per il test, il momento più critico. Mi portano in un laboratorio interno per mettermi alla prova e verificare se sono pronto per gli standard internazionali (controlleranno durata, portata, ciclo di vita della cartuccia). Mamma come sono severi! D’altronde devo essere funzionale e affidabile, oltre che bello da guardare. E devo durare nel tempo, perché un rubinetto non sarà per la vita… ma poco ci manca.
Sui miei componenti non ho dubbi. Sono rigorosamente made in Italy perché in Webert pretendono qualità. Non si accontentano di un meccanismo scadente per qualche euro di differenza. L’acqua deve scorrere fluida dentro di me, non devono esserci intoppi. Mi dicono che dovrò durare a lungo, e che quando mi adotteranno dovrò renderli fieri di me. Perché non vorrebbero mai vedermi tornare indietro.
“Qualità di processo e di prodotto“: mi guardo intorno, le certificazioni alle pareti quasi mi mettono timore. Sarò all’altezza?
Eccomi, sono un rubinetto.
Mi chiamo Wolo, e sono finalmente un rubinetto finito.
Ho un corpo sottile dal design slanciato, in grado di dare eleganza a tutta la stanza da bagno. Sono in ottone cromato, ma a seconda dell’occasione posso vestirmi di diverse finiture: oro, bianco, nero. Piace anche a me seguire le mode sapete.
Per il momento mi hanno realizzato in serie limitata e ora mi presentano in fiera, sarò sotto gli occhi di tutti… che emozione! Mi osserveranno, mi fotograferanno, mi toccheranno, alzeranno e abbasseranno la mia leva per controllare la fluidità dei miei movimenti. Ma io non ho paura, perché so quanto lavoro c’è dietro tutta questa bellezza.
Da qui a 4 mesi la produzione in serie verrà avviata e io sarò pronto per il lancio definitivo sul mercato. E non sarò solo.
La mia famiglia è composta di miscelatori lavabo e bidet, colonne doccia e miscelatori bordo vasca. Ci saranno anche i miei cugini accessori, perché ogni serie viene completata con portasapone, portaspazzolini, ripiani porta oggetto e portasalviette. Siamo in tanti, e ci piace ritrovarci tutti assieme. Perché è insieme che vogliamo essere adottati nei bagni di tutto il mondo.
Eccomi… ora sono pronto per spiccare il Wolo.
– the end –
Allora, che ne dite? Vi è piaciuta la storia di Wolo? La cosa potrà sembrarvi assurda ma io mi ci sono affezionata sul serio, l’ho sentito vivo!
E non è un caso che io abbia usato tante volte le parole “storia” e “vita”.
Mi piaceva l’idea di dare vita ad un prodotto facendolo parlare, proprio come avrebbe voluto il suo designer Massimiliano Settimelli. Volevo raccontarvi una delle piccole storie quotidiane che rivelano la passione e l’amore che stanno dietro al Made in Italy. Piccole storie che moltiplicate all’infinito fanno la storia del design e la storia del bagno.
Io Wolo andrò a vederlo dal vivo a Milano, al Salone del Mobile. Mi riconoscerà?
Webert sarà presente al Salone del Mobile (8-13 aprile 2014) | padiglione 22 – stand D35.
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8 risposte
E chi pensava che dietro ad un rubinetto ci fosse tutta questa storia, mi ci sono affezionata pure io 😉
Io e Wolo ormai siamo diventati amici. È proprio un figo 😉
E poi, ti ha riconosciuta questo bel ragazzo?
Credo proprio di si, sai… Anche se all’inizio ha fatto un po’ il timidone 😉 Poi si è lasciato andare e si è aperto!! 😉
ce l’ho a casa io il Wolo! bellissimo!!
😀
Salve, ho due wolo..costati inizialmente 400 euro due…il rubinetto.gocciolava… la leva si è rotta … prima sostituita e di.nuovo poi ho dovuto prendere il pezzo che sostituisce la leva … guarnizioni comprese ..euro 50…il negoziante diceva che era un differto di fabbrica e così mi chiedo perché ho dovuto pagare il diffetto di fabbrica??ma nessuno lo sa sistemare a dovere..cosa dovrei fare?
Premesso che qualsiasi prodotto, anche il migliore del mercato, può eccezionalmente avere problemi, io avrei contattato direttamente l’azienda. A volte nemmeno i rivenditori sanno cosa fare ma l’assistenza tecnica dell’azienda saprà senza dubbio trovare una soluzione. Provi a visitare il sito e cercare un numero di telefono.